La moda ci piace, inutile ribadirlo.
Ma se chiedete a cento persone cosa credono sia la moda, probabilmente la maggior parte non è in grado di rispondere.
Tutti noi siamo attratti e guidati dalla moda e spesso anche suoi schiavi, perché, anche se molti non lo sanno, la moda, per quanto libera e creativa possa sembrare, segue dei meccanismi ben precisi per affermarsi.
La moda è effimera, ciclica e spesso futile.
Ma è anche per questo motivo che è importante, perché conoscendone la natura possiamo conoscere questa realtà superficiale in cui viviamo e comprendere meglio i cambiamenti degli ultimi decenni, di cui la moda è specchio e motore.
Una donna che aveva quarant'anni nel 1900 si vestiva decisamente diversamente da una che aveva la stessa età nel 1960 e l'immagine di entrambe è molto diversa dall'odierna immagine di una quarantenne in carriera.
E l'immagine è diversa perché la donna è cambiata, è cresciuta, ha acquisito più diritti (anche se ha sempre molti, troppi doveri e compiti), si è emancipata e liberata dal comando del sovrano assoluto uomo-marito.
Di tutto ciò ci parla il quarantenne filosofo norvegese Lars Fr. H. Svendsen in Filosofia della Moda, edito da Guanda.
In questo libro egli è in grado di citare nella stessa pagina Margiela e Kant, Simmel e Zara, e grazie ad un sapiente miscuglio di filosofia, letteratura, arte e moda ci spiega, in modo assolutamente comprensibile, tutti i meccanismi che regolano la moda e, di conseguenza, il mondo in cui viviamo, compriamo e respiriamo.
Così facendo ci renderemo conto che ciò che compriamo nella maggior parte dei casi non è scelto da noi, ma da altri, e forse potremo essere consapevoli di essere pupazzetti omologati e tentare di ribellarci creando uno stile nostro.
Ciao Jessica!
RispondiEliminaHo letto questo articolo che mi hai postato, leggerò anche tutti gli altri...
Mi piace che si parli di moda anche in termini filosofici, la filosofia è comprensione della vita, e della vita fa parte anche un fenomeno sociale fortissimo come la moda, appunto.
Emerge, a volte, la tua "giovinezza" di parola, ma parti da buone premesse. Continua così e scrivi scrivi scrivi!